martedì 14 ottobre 2008

l'angolo del volo di andata

Diario del diciannovesimo Vi offre un'ennesima storia di umanità calpestata, questa volta senza redenzione.

Tornando da Parigi -ebbene sì, per tre giorni ho calpestato l'italico suolo, ho fatto la conoscenza di Cristophe, stuart un po' gaio dell'Easyjet, di cui vado a raccontarvi la triste storia. Ero in effetti indeciso fra questa e quella di quell'altro stuart che aveva la camicina a maniche corte arancione, tipo “er bibbitaro” mentre tutti gli altri avevano un sontuoso abito con tanto di camicia in taffetà, ma poi ho focalizzato bene e un particolare sfuggitomi mi ha data la risposta che cercavo, il tipo era negro. Ma bando alle ciancie, passiamo subito alla storia dello stuart allegro:

Cristophe, probabilmente ultimo arrivato dell'equipaggio di bordo, viene trattato più o meno come un bambino di 5 anni dai suoi colleghi, in presenza di tutti i passeggeri che, salendo, vedono il poverino ricevere ordini perentori, seguiti da sbuffi-risatine-occhiate roteanti. Cristophe, che si intuisce di carattere remissivo, non dice una parola e fa tutto quello che gli si chiede, supino (no, dai, non l'ho cercata), disponibile (nemmeno questa) e servizievole (un po' questa sì).
Niente, arriva il fatidico momento del balletto -io non ho mai capito, davvero, perché così belle coreografie non hanno mai un sottofondo musicale adatto, sempre quella specie di rap in un inglese del cazzo, incomprensibile e neanche tanto ritmato; comunque, il balletto inizia e il Cris è in piedi a 2 centimetri da me, danza con passione e con foga, sebbene la sua sincronizzazione non sia proprio impeccabile (io gli avrei dato un 7.25 di artistico e un 6.50 di tecnico, non di più), tanto che più e più volte si gira verso i suoi colleghi, in cerca di conforto.
Finché non srotola la giacchetta di emergenza (srotolamento carpiato, difficoltà 0.75) con un gesto arrogante e... 
volano una quarantina di cucchiaini da caffé, sui piedi della tipa che mi sta a fianco dall'altra parte del corridoio, i colleghi del Cris trattengono a stento le risa, io addirittura smetto di respirare e chiudo gli occhi per non sbottare, ma non prima di aver visto il povero stuart diventare paonazzo, rimpicciolirsi, ma proprio tanto e quindi raccogliere i cucchiaini con la delusione e lo scoramento di una piccola fiammiferaia stuprata dal soldatino di piombo. 
Mentre i suoi colleghi si esibiscono nel noto e volgare gesto che consiste nel portare le braccia tese dall'altezza spalle al basso ventre più e più volte. 
Poi si è alzato un signore con un turbante, ha crivellato di colpi il povero Cris, gli altri stuart hanno sganasciato è poi non mi ricordo più molto bene.

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