sabato 27 settembre 2008

Capitolo I. 6. Odio le crepes


Lasciamo un secondo da parte l'angolo del mistero -lo so che vi starete rodendo e che non potrete dormire stanotte, ma peggio per voi. Finalmente dopo quasi 20 giorni ho fatto la mia prima serata da vero bobo [che si legge "bobò", acronimo di bourgeois bohème, ossia, in parole povere, di finto bohemien figlio di papà, quale in effetti amo considerarmi].

Un mio collega messicano mi telefona per andare ad un concerto-istallazione del buon Pesson, il primo del festival d'autunno -vedete il post relativo. Grazie, dico io, volentieri, ma torno a casa presto, che domattina ho un po' di cose da fare. Sì certo, dice lui, nessun problema.
La serata inizia benissimo: il tipo abita a 20 metri da me, siamo d'accordo per le nove e mezza sotto da lui, io arrivo puntuale. Nella strada dove abita c'è una boy band che fuma cannoni, urla come una forsennata, dà fuoco a cassonetti e passanti. Beh chissenefrega, penso io, tanto arriva subito. 5 minuti dopo lo chiamo. Ho finito il credito, cazzo. 15 minuti dopo, finalmente si fa vivo -non esistono citofoni esterni a Parigi, c'è una tastiera e la porta esterna si apre con un codice che il padrone di casa vi dice- scusandosi, vabbé figurati, non c'è problema, ci mancherebbe, ma nonòdai, ecc. ecc.

Andiamo in taxi al concerto, taxi che offre lui, com il biglietto, per farsi perdonare, non c'è bisogno gli dico io, manò dice lui e vabbé. Nel frattempo, mi ero dimenticato, c'è anche un suo amico di infanzia, un futuro regista, secondo per inutilità (o per spocchia, non ho capito bene) solo al digitale terrestre. Arriviamo, insomma, ci uniamo ad un'altra coppia spagnola, tutti e due Barcellonesi, lui pure mio collega e lei cantante, andiamo al concerto-installazione, che una volta tanto è proprio bello, anzi hyper, come dicono qui.

Dopo il concerto: vieni a bere qualcosa, sì dai, prendiamo la metro e andiamo alla Bastiglia, un po' la via Sottoriva di Parigi. Dobbiamo raggiungere una Leonese (nel senso che abita a Leon) amica della coppia. La troviamo in una bettola, insieme ad una cumpa di sgallettati francesi di 18 anni, con cui attacchiamo bottone; scopro anche che uno di questi conosce di persona Manu Chao la qual cosa mi riempie di soggezione.
Finiamo di bere (ossia ci cacciano via), io sono stanco, sono le 2 e per tutta la serata gli spagnolofoni hanno parlato spagnolo, i francofoni hanno parlato velocissimo -tranne l'amico di Manu e pochi altri- per i cazzi loro. La qual cosa non mi fa venir proprio voglia di continuare la serata.

2.00 AM
Vabbé, la leonese deve andare al XIV arrondissement, mentre noi andiamo al diciannovesimo -avete capito ora il titolo del blog? Peccato che il 14° è lontano, quindi l'amico messicano mi chiede, ma è il caso di prendere un taxi con lei? ma mica possiamo mollarla da sola a Parigi alle due e mezza di notte! hai ragione tu, conclude lui. Bene, andiamo verso la piazza della Bastiglia, l'inutile torna a casa che abita lì vicino; alla piazza ci attende una simpatica fila di 50 metri per prendere il taxi. Bene, esce un altro, conosco io un altro posto dove non c'è nessuno, a 5 minuti! Ma prima prendiamo una crepe! 10 minuti dopo troviamo un baracchino, che chiude 30 secondi dopo. Ok, mezzora dopo (gli spagnoli non hanno un passo eccezionale), arriviamo a questo nuovo taxi-stop. In effetti c'è molta meno gente. Ma anche molti meno taxi. 30 minuti dopo (e due taxi passati dopo...) decidiamo di proseguire. A caso.

3.20 AM
Ormai avevo le gonadi un po' pienotte -qualcuno di voi conosce già com'è il mio umore quando sono stanco, vorrei dormire, ma me lo si impedisce. Per cui sono sempre, in media, un 10 metri più avanti degli ispanici. Ad un certo punto la ragazza Barcellonese dice al suo ragazzo, ma com'è che se ne sta sempre da solo avanti? forse perché stiamo continuando a parlare spagnolo, risponde lui, che in un impeto di bontà si mette a chiacchierare in francese. Il mio cuore si riempie di gioia, quand'ecco che la leonese squittisce un "ehhhhhhhh la creperiiiiiia", cazzo no, penso io, cazzo cazzo no, il messicano prorompe in un "ehhhhhhh laaaaaaa creperiiiiiia" (le a in più sono per l'accento messicano) porca troia porca porcaccia penso io.

3.50 AM
Il messicano, ormai perso per la crepe, entra a chiedere se la fanno d'asporto -improbabile. Esce, e dice di no. Strano.
Intanto la leonese del cazzo, quella che avevo pure difeso, ci fa, a me e agli altri due, ma a voi va bene mangiare la crepe, loro dicono di sì, io dico di no, lei mi risponde con un laconico e sfottente "vedremo".

4.00 AM
Bene, immaginerete già il finale: io ho detto che sarei tornato a casa, e gli spagnoli hanno detto vabbé, senza nemmeno insistere troppo. Io non avevo una piantina, di taxi un casino, ma nemmeno uno che si fermasse, autobus nemmeno l'idea di quale prendere, ci salutiamo e torno a casa a piedi, orientandomi col muschio sugli alberi - in realtà c'è una mappa ogni 50 metri...

5.20. AM
Dopo essermi quasi perso, nonostante le mappe, apro la porta di casa e finalmente vado a letto presto.

A me le crepes facevano cagare già, ma ora mi stanno proprio sul cazzo.

La consueta sintesi:
  • Il cane della squilibrata (del peruviano) è ancora in galera. Non potrà uscire prima di due settimane. L'hanno anche castrato. Grazie a dio che non mi hanno beccato ieri notte mentre rientravo.
  • Iniziato judo, sì tutto bene, grazie, la gente (poca) simpatica e brava, carne greva al collo come ogni inizio di stagione che si rispetti, come pure carne greva un po' ovunque.
  • La seconda lezione (di judo), il meister mi vede dare un'occhiata al tabellone con l'elenco delle tecniche, si ferma, esce, va a prenderne uno e me lo regala. Io, quasi in lacrime, lo ringrazio e, visto che mi dava del lei, gli dico, ma via, mi dia del tu, non sono abituato, e poi sono il bocchia qui dentro, si figuri. Lui mi guarda un po' stupito. Poi, il resto dell'allenamento mi ha chiamato "monsieur bertelì". Valli a capire tu i francesi...
  • Facendo delle semplici addizioni, ho scoperto che, in effetti, faccio più ore di judo che non di composizione.

venerdì 26 settembre 2008

L'angolo dell'inquietante mistero


La foto qui di sopra, che all'apparenza sembra una banale foto di classe (il vs affezionatissimo è in ultimissima fila, che sboccia dalla spalla del mai troppo omaggiato Maurizio) è, in effetti, una banale foto di classe, A.S. 1997/98.
All'epoca eravamo un po' più sbarbatelli, le cartilagini e i giunti erano ancora immacolati e freschi, aspettavamo con ansia le polluzioni notturne (io ce le ho ancora, per quello), sognavamo la patente (sì, si chiama anche così adesso) e come tutti gli adolescenti eravamo dei bastardi spietati; un po' come quando hai 28 anni, per quello. Ma anche 38, via. E penso pure 48... 58 non so, magari no, chiederò in giro.

Il problema è che questa innocente immagine ha scatenato un'orda di misteri, quali non si vedeva dai tempi del Codice Da Vinci, il bellissimo libro di Dan Brown che sembra scritto a quattro mani con il ministro Calderoli - ma poi Calderoli sa scrivere? Visto che ci siamo, qualcuno faccia un'interpellanza a qualche pezzo grosso di Roma, tanto per sapere se il famigerato ministero per la Semplificazione non sia solo un pretesto per togliere le lettere successive alla M, lettera alla quale si è arrestato il percorso accademico del Ministro. Immaginate, se così fosse potremmo continuare a scrivere "figa" normalmente, ma dovremmo invece traslitterare l'altra cosa in "cammo"...

Comunque, tornando a noi -scusate ho avuto delle giornate lunghe ultimamente e la mia concentrazione è quella che è- comunque, dicevo, la foto ha suscitato una ridda di inquietanti interrogativi. Probabilmente il mondo finirà per colpa di una letterina mandata da una liceale e finita nelle mani sbagliate.

Tanto per farvi un'idea, ecco un paio di link (potreste dovervi fare l'account di Facebook, ma vi assicuro che ne vale la pena)

il primo vi porta alla pagina della foto, con tanto di discussione sotto, un po' lunga ma interessantissima.

del secondo, che vi porterà dritto nel mistero più profondo, cito la precisa messa a fuoco del mai troppo lodato Maurizio (sì quello dalla cui spalla sboccio)

secondo gli ultimi aggiornamenti l'entità FF è in realtà la più recente delle forme d'apparizione avvenute nella storia della divinità egiziana Bastet ,la dea Gatto.L'ultima sua materializzazione è avvenuta ieri in data 24-09-08,a cui sono succeduti numerosi miracoli ed avvenimenti sopranaturali...Sembra inoltre che per l'entità FF il tempo non scorra in linea retta come per la nostra dimensione,ma secondo un'altra geometria non euclidea..che le ha permesso di laurearsi in tre anni in architettura, nonostante si fosse iscritta a Padova, dove non c'è nessuna facoltà di architettura.Seguendo queste teorie un esperto teologo ha calcolato che l'entità FF possa avere ben 60 anni al momento.
Matteo Bante non è un pupazzo spaventapiccioni come tutti pensavano,ma un abile suonatore di flauto,suo eterno congiunto.
I due celebrano il loro ricongiungimento il 31 ottobre in una festa piene di gioia,che si terrà al tempio kebbabaro di fronte a casa Bertelli.Alcuni eminenti studiosi del settore sostengono che dalla loro unione possa scatenarsi un evento epocale denominato "Next Vintage".Purtroppo le informazioni che abbiamo a riguardo sono ancora scarse.La corrente pessimista degli "Apocalittici"posta nell'emisfero destro di Giovanni Bertelli ,sostiene che potrebbe essere la nuova apocalisse e la fine del mondo -quella ottimista ,"i Rinascimentali",posta nell'emisfero sinistro crede si possa trattare di un periodo di rinascita cosmica?un'altra corrente più ortodossa situata nel terzo emisfero del cervello di Bertelli,quello più a destra di quello a sinistra , denominata “gli Eretici”,afferma invece in contraddizione alle tesi classicheggianti prima citate ,che la madregatto e il figlioflautaro sono la stessa sostanza in due persone. 
Partendo da questo principio alcuni studiosi rabbini rifacendosi alla cabala ebraica hanno provato a sostituire i numeri corrispondenti all’ ordine delle lettere che compongono l’assonanza bauz - bastet..LA serie numerica che ne deriva è la seguente …
2 1 17 18-2 1 20 21
La cui somma è 82.
8+2=10
10 è il numero sacro ai pitagorici, la tetraktis.
Quest’ultimi aggiungono poi che tornando dai numeri alle lettere mettendo un punto sopra, due sotto, tre sotto, quattro sotto si forma una piramide, con lato 3 composta da 10 punti
il sacro simbolo della tetraktis.
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"Per Pitagora, il Triangolo era la prima concezione della Divinità manifestata, la sua immagine, Padre-Madre-Figlio; il Quaternario, invece, era il numero perfetto, la radice ideale, noumenica, di tutti i numeri e di tutte le cose sul piano fisico.
La Tetrade dei Greci equivale al Tetragrammaton ebraico, ed è il secondo Logos, il Demiurgo. Essa, sempre secondo i Pitagorici, era duplice:
la Tetrade superiore, quaternario del mondo intellettuale, il mondo di Mahat (T'Agathon, Nous, Psiche, Ilo);
la Tetrade inferiore, quaternario del mondo sensibile, il mondo della materia (Fuoco, Aria, Acqua, Terra).
Quest'ultima è la radice dell'illusione, il mondo dei sensi. Essa è ciò che i Pitagorici intendevano per Cosmo, ed i suoi quattro elementi erano chiamati "rizomata", radici, o principi, di tutti i corpi composti."

Inoltre un’importante studioso di minerali belga di cui non posso citare il nome ,ha scoperto che Dieci è un comune della Romania di 1.644 abitanti, ubicato nel distretto di Arad, nella regione storica del Transilvania.
Il comune è formato dall'unione di 5 villaggi: Cociuba, Crocna, Dieci, Revetiş, Roşia.
L'economia del comune è prevalentemente basata sull'agricoltura e sull'allevamento, ma è presente anche una cava di andesite.
L'Andesite è una roccia ignea effusiva di chimismo intermedio con tessitura da afanitica a porfirica.
Sembra quindi evidente che l'andesite sia la pietra sacra ad FF. Se guardiamo l’ approssimazione geometrica della forma dell’unita costruttiva molecolare dell’andesite possiamo notare che si tratta di un doppio tetragramma (clicca qui) riconducendosi cosi alle teorie cabalistiche prima citate.

Comunque sia il 31 festeggiamo il nuovo Next. Vintage

Benissimo, capito qualcosa? No? Allora è davvero un mistero!!!
Alle prossime puntate, una più chiara spiegazione... intanto tremate, oooh, tremate... il Next Vintage si avvicina...

giovedì 25 settembre 2008

L'angolo dello sborone

Prima di riprendere il corso delle mie ordinarie narrazioni (in realtà nel prossimo post volevo tornare in italia, una decina di anni fa, in una classe di un liceo dove si stava consumando una tragica storia d'amore) volevo un po' bullarmi del fatto che il 5 di Ottobre mi suoneranno un pezzo a Boston, alla finale di un concorso internazionale - pezzo che fra l'altro non era passato ad un più modesto concorso romano, alla facciaccia loro; ecco il link


Speriamo, in caso di vincita, che il dollaro faccia un'improvvisa impennata, non so, un paio di giorni prima del bonifico. Visto i recenti eventi credo che la cosa sarà molto probabile...

lunedì 22 settembre 2008

L'angolo dell'ingegnere edile


Un grazie al mio stimatissimo collega, Daniele Ghisi, che come promesso mi ha mandato il suo progetto per la metro di Bergamo.
Notate la sottile perversione, normale per chi ha viaggiato su una qualsiasi RER all'ora di punta, nel raddoppio della stazione Centrale (linea 5)...
E manca, ancora ahimé la preziosissima stazione Grom, ma speriamo che sgancino i soldi per terminare i lavori...
Date qui di fianco il vostro parere, votando all'eccitantissimo sondaggio che vi proponiamo.

domenica 21 settembre 2008

Capitolo I. 5. All'italiano non far sapere quant'è buono il libanese per lo sfintere


Non mangiate libanese. Mai. A meno che non andiate di corpo da tre mesi, mai e poi mai.
La simpatica serata di ieri e le robuste quantità alcoliche inerenti, infatti, non sono bastate a difendere il mio ingenuo, multiculturale e socievole intestino dall'infido attacco del cibo barbaro; la qual cosa per mettervi a parte del mio rinnovato interesse per il bagno, almeno da stamattina.
Se andiamo avanti così mi sa che dovrò dilapidare le mie sostanze in preparazione H...
Quindi mi scuserete se questo post è lievemente ellittico, ma in bagno ci devo tornare già adesso;
mi rifarò con la cronaca dei runner sul lungocanale e, appena possibile, la mappa dell'immaginaria metro di Bergamo progettata da un mio collega di stanza all'Ircam.

Ultima nota, stamattina, incurante dei fiotti di pupù che esplodevano dal mio deretano, sono andato ad iscrivermi a Judo - sì, qui si fa anche la domenica. Peccato (per fortuna) che non c'era nessuno; tutto aperto ma nessuno... o magari è una tecnica segreta di invisibilità, oppure i tipi si allenavano talmente veloci da sfuggire ai miei sensi. Boh, riproveremo martedì.

l'angolo della cultura 2°

Il vostro angolo preferito torna con questa chicca, dal film "dove vai in vacanza?"



aò macchestai a ddormì?
a Ré io n'ia faccio ppiù...
ah, fa'n fioretto!

geniale

 

sabato 20 settembre 2008

l'angolo del sabato (cessi, panda, e cani scomparsi)

oggi finalmente non ho fatto un cazzo, sapete, ma proprio niente - tranne lavare cessi; ok, ero semplicemente stufo di fare le mie cosine in un posto che faceva sembrare Calcutta, o meglio, la latrina di un locale clandestino di combattimenti per galli frequentato da sadisti e feticisti delle unghie incarnite nella periferia più degradata di Calcutta, somma, 'sta latrina calcuttesca al confronto sarebbe un'adorabile e invidiabile giardino fiorito, nel quale passare i momenti migliori, naturalmente in compagnia della fidata Settimana Egnimistica.

Comunque non volevo parlare di questo - e neanche del fatto che mi sono appena visto Kung-fu Panda, e ora mi sento un po' più buono, e nemmeno del fatto che domattina riinizio judo, e quindi mi sentirò un po più Kung-fu Panda; e tutto sommato nemmeno della visita medica di ieri, proprio identica per acume, accuratezza e acribia (le 3 A della medicia)  a quelle in italia - benché il medico parigino fosse molto più simpatico dei nostri: quanti hanni ha, 28, mai avuto malattie gravi, no, operazioni, non che io sappia, (ride) ok, si tolga la maglia e le scarpe, poi ausculta il cuore, davanti ma soprattutto dietro, mi pesa, mi chiede l'altezza, poi mi prova la pressione e sorridendo mi dice, perfetta, 
(poi mi bacia, si leva la maschera in lattice e tutti i vestiti in un colpo solo ed è eva henger che inizia a toccarmi ovunque, poi gemendo si rileva la maschera ed è solange, mi sveglio sudato e urlando)
ecco mi dice, perfetta, due chiacchiere su parigi e da quanto sto qui, mi fa il certificato (valido anche per le competizioni, in italia almeno ti fanno l'elettrocardiogramma e la spirometria) 30 euro per 5 minuti...

Comunque vabbé, andiamo avanti perché devo tirare fino alle otto e mezza, che sono a cena da un collega messicano; mangeremo libanese (?!?), e tranquilli, ho già comprato la bozza da portare.

In pillole:

Gli assegni che ho mollato al mio coloc gli sono costati 31,60 euro (sì TRENTUNOvirgolaSESSANTA euro) che naturalmente gli ho dovuto rimborsare. chetacagà...

Il mio amico peruviano che vive nel castello della squilibrata, sì dai quello che paga euro 75 al mese (cioè poco più del doppio di quello che pago io sulle commissioni del mio affitto, chelaroja) ha come unico obbligo quello di dar da mangiare alla marea di cani della pazza, al momento fuori parigi; senonché una delle coinquiline invece di portare fuori una delle tenere bestiole, l'ha mollata fuori. Tipo vai a giocare con i camion, va! 
Il mio amico torna e non trova la cagna, alché chiede a 'sta tipa, giustamente, dov'è il cane, non lo so, e via a cercare il cane tutta notte.
Il giorno dopo (ieri, per tu che mi leggi) arriva una telefonata dalla gendarmerie: abbiamo trovato il cane; solo che non essendoci la padrona il cane deve restare là, e in più i poveretti devono farsi un paio di kilometri (one way) per portare da mangiare al cane in prigione.

Ho stimato il costo medio di una birra a Parigi in euro 5,10. Un pacco da sei lattine al supermercato, non male, costa euro 4,60 ca. è solo una mia impressione, o qui c'è qualcuno che mi sta prendendo per il culo?

Ieri alla mensa ho mangiato un polletto. Buonissimo.

Sul canale che ho di fronte a casa corre un sacco di gente, ma proprio tanta! E di ogni foggia e colore e abbigliamento, veramente, il bazar del podista, anche adesso che scrivo, guarda, ne passa una che sembra uscita da.... ma a questo dedicheremo un apposito capitolo più avanti..

Buon sabato sera a tutti - scusate ora devo iniziare a lavarmi le ascelle.
Potrebbe richiedere tempo.




l'angolo dell'esame di ammissione

Visto che giravano voci di corridoio sul fatto che ormai in conservatorio a Parigi entrano cani e porci, la direzione ha deciso di integrare il concorso di ammissione con una prova di educazione fisica, onde mettere a tacere una volta per tutte le malelingue; di sotto il tragitto scelto per l'anno 2009-2010. Chi muore per più di due volte non può più ripresentarsi - qualora anche Gesù decidesse di tentare l'ammissione.


giovedì 18 settembre 2008

l'angolo del palazzinaro

visto che niente di particolare è successo in questi giorni, vediamo un po' di farci gli affari degli altri, continuando la tradizione di racconto immobiliare. Tanto più che il soggetto qui di sotto abita nel diciannovesimo distretto come il vostro affezionatissimo.

Oggi ho infatti conosciuto un ragazzo di Milano (il sosia di Colò, e suona pure il clarinetto!) qui in erasmus che vive con:
un tecnico del suono
un agente che organizza le feste, nero, alto 2 metri, treccine fino alle ginocchia, grigie; vestito sempre super féscion, con tanto di scarpe di pitone, gessato grigio e camicia di seta.
santona buddista, sempre in giro per l'europa, tranne quando organizza meditazioni di 7 (sette) ore a casa; l'amico clarinetto mi ha raccontato che l'altro giorno la tipa gli chiede "è un problema se domani mattina facciamo meditazione qui?, a che ora? risponde lui, ma partiamo alle sette, fa lei, ok tanto non mi svegliano neanche le cannonate. E in effetti, quando il tipo si è svegliato a mezzogiorno accolto alla luce da uno strano bordone, ha trovato tutti meditanti, ma non troppo diligenti: infatti c'era gente che si alzava, andava a prendere un bicchiere d'acqua in frigo/rispondeva al telefono/scambiava le figurine dei Pokemon (l'ultima è mia) e poi ritornava con nonchalance a meditare.
Ahhh, la France...

martedì 16 settembre 2008

Capitolo I. 4. Lait et biscuits, ovvero una storia di colpa e riscatto

Forse non tutti conoscono una delle mie più segrete passioni, un amore che coltivo sin dalla più tenera età.
Il rito del caffelatte la mattina, ebbene sì: il dolce aroma che si spande per la cucina, il tepore della tazza che conforta le mie membra già conscie della fatica che mi attenderà, il caldo liquido che gorgoglia nello stomaco - qui mi fermo, senza scendere alla fisiologia delle parti basse, insomma il caffelatte mi piace tanto, ma proprio tanto.
 Come potete immaginare, il fatto di non avere una tazza della preziosa bevanda alla mattina mi turba, a meno che non lo sappia con anticipo, largo anticipo; tipo, se sono in Burkina Faso me la metto anche via, e pazienza; ma se sono a Parigi, rassicurato dai due litri di latte comprati nel pomeriggio e dal nescafé nella dispensa il fatto di rimanere improvvisamente senza il mio viatico potrebbe avere effetti catastrofici.
Infatti.
Stamattina mi sveglio, pure di buon umore; mi alzo, stiracchiata, sbadiglio, grattatina davanti e dietro; lietamente mi avvio verso la cucina, cantando un motivetto di Edith Piaf.
Quand'ecco, una scatola di sale grosso rovesciato, con tutto il suo contenuto sparso ovunque, mi accoglie, sul tavolo un bordello inenarrabile in mezzo a cui intravvedo i miei biscottini (dai, anche a me piace pucciare i biscottini), i miei gustosi biscottini, o meglio l'involucro vuoto degli stessi, cazzo, lo stupore lascia il posto a un lieve giramento di balle, intravvedo anche un bicchiere pieno di una sostanza bianca e lattiginosa (troppo liquida, non è quello che pensavate) ma il mio cervello si rifiuta di percepire cosa essa sostanza sia; quand'ecco che dietro ad un giornale spunta (nooo!) indifesa (nooo!) solitaria (meeerda!) tetra (cooorbezzoli!) VUOTA (POOOORCO.......) la mia bottiglia da 2 litri di latte. VUOTA. MIA. DUE LITRI. IERI POMERIGGIO.

Nella mia mente, ormai allo sbando, si affaccia la scena della notte precedente: il ragazzo di 60 anni che aspetta che io, ingenuo, vada a letto; poi quando dormo, completamente strafatto di droga e di sgnappe si cosparge di patchouli e ilan-ilan come quelli della compagnia delle indie, si mette un costume ninja e scureggiando allegramente con il cazzo in mano, profana i miei biscottini e il mio latte, urlando, bevendo a gorgoglione, regattando e spargendo sale ovunque, in un tripudio di bestemmie e invocazioni sataniche. Dopodiché, messosi nel culo il mio Bin Laden "sete di sangue", preventivamente rubatomi, si scola tutto il latte e si fa fuori una scatola di biscotti con tavoletta di cioccolato.

Sì, ora ho le palle che vorticano, non so cosa fare, se andarlo a svegliare a suon di porconi, se accendere il gas e scappare (ma purtroppo non c'è il gas, in Francia fanno tutto con il nucleare), se sfidarlo ad un combattimento all'ultimo sangue o se spaccargli la testa a suon di tetrapakkate; alla fine, spremuto quel che restava dalla bottiglia, scrivo un bigliettino del tipo 

Ragazzo quasi settuagenario,
nessun problema se vuoi il mio latte e i miei biscotti; ma, per favore, chiedimeli prima. E cerca di lasciarne un po' anche per me.

Me ne esco, incazzato, vado al conse meditando vendetta, raccondo la sporca faccenda ai miei colleghi, sono irrequieto, scontroso, mordo perfino un rottweiler che passava per caso.
La mia amica italiana mi racconta una simpatica storiella su quel che le è successo la sera prima e mi calmo.
Alla fine, rassegnato, compro una nuova bottiglia di latte (vedi sotto nota 2.) e torno a casa.

Entro, non c'è nessuno.
Si caga addosso il bastardo, eh? Entro in cucina, ora perfettamente linda e ordinata (sì, ok, i miei criteri non sono particolarmente alti), apro il frigo e ci ritrovo una nuova bottiglia di latte... lacrime mi scendono copiose dal viso, urla di gioia isteriche, ora ho ben 4 litri di latte (da finire in 3 giorni...).
Dopo essermi abbondantemente masturbato per festeggiare, arriva il mio coloc, senza tute ninja di sorta, che finalmente mi spiega gli accadimenti della sera prima:

essendo mezzo diabetico (anche se si nutre esclusivamente di carne,  e insalata russa, non scherzo, tutto annaffiato da poco raccomandabili sgnappette) e avendo mangiato poco la sera prima, si era sentito male alle 4 di notte - aveva la glicemia di una blocco di salgemma. 
E non avendo nient'altro si era dovuto pappare d'urgenza i miei biscottini - al cioccolato - e bere del latte; ma nella foga ne aveva rovesciato tre quarti per terra e aveva rebaltato mezza credenza. Ecco il perché del casino. Dopodiché ci siamo abbracciati con le lacrime agli occhi e abbiamo limonato per ore.

Colmo dei colmi, appena tornando a casa nel pomeriggio - appena prima che mi raccontasse quanto sopra, al giovine era caduto il sacchetto della spesa, contenente 6 cartoni di latte, uno dei quali era esploso nell'androne; giusta punizione del dio del galattosio. Comunque ora che so di dormire sotto lo stesso tetto con 10 litri di latte mi sento molto meglio.

Passiamo alle note esplicative:

 La storia dell'amica che vive con i coreani, e che mi ha risollevato il morale.

Oltre che contenere gente che non riesce a capirsi manco per sbaglio, la casa della mia amica ha queste altre interessanti particolarità:
  • non ci sono fornelli, forni, microonde. Un solo fornelletto "del cazzo" [cito testualmente] compone l'attrezzatura culinaria
  • nel frigo ci sono solo ed esclusivamente uova
Naturale che i bimbi, quando sentono qualche odore che non sia di uovo, si bagnino da cima a fondo e cerchino di adottare il più subdolo mezzo per variare la loro alimentazione; per cui, una sera che la mia amica aveva incautamente preparato una pasta, i bimbi le si sono seduti sulle ginocchia e a forza di "che buona", "mmmh che buona" le hanno fatto fuori tutto il piatto di pasta. Ma poi le hanno regalato una ciunga...

lunedì 15 settembre 2008

L'angolo della cultura



 e a proposito, se volete venire a trovarmi in autunno qui fanno un bellissimo festival, teatro, danza, musica e arti figurative tutto insieme!
Fra l'altro quest'anno la parte musicale è dedicata ad uno dei prof di composizione del conservatorio, Gérard Pesson.
Qui di sotto il link al festival:

Capitolo I. 3. USCEACNSDMEDDDP!!!


Eccoci all'ultimo capitolo -lasciato in fondo mica per caso: il Conservatorio Nazionale Superiore Di Musica E Di Danza Di Parigi (CNSMDP, anche se io l'ho scritto CNSDMEDDDP); se credete che il titolo sia un tantino pretenzioso (effettivamente manca solo l'Uno, Santo Cattolico E Apostolico conservatorio nazionale ecc.. - la sigla però diventerebbe ancora più simpatica, USCEACNSDMEDDDP), dicevamo, se credete che sia un tantinello esagerato, vi sbagliate.
Questo giro i nostri cugini d'oltralpe l'hanno fatto proprio bella, nella migliore tradizione di Versailles e della torre Eiffel; le seguenti notizie, elencate alla carlona, non coprono tutto, perché di fatto il conservatorio non l'ho girato ancora tutto. Alcune cose non faranno impressione ai non-musicisti, ma credetemi, a meno hanno fatto impressione davvero...

Allora:

il conservatorio è composto da 6 piani, di cui 2 sotterranei (1 seminterrato).

i 4 piani superiori hanno ognuno circa una quarantina di migliaia di aule, di ogni foggia e misura -vedi sotto.
I 2 piani inferiori contengono invece, sale prove, parco strumenti, sale d'organo e gli auditorium.

La sala prove principale (ci ho messo il naso per caso) è grande più o meno come il teatro nuovo, l'auditorium, che qui chiamano la salle d'art lirique anche di più.
il parco strumenti A COMPLETA DISPOSIZIONE DEGLI ALLIEVI - su prenotazione, naturalmente, nel quale lavorano 3-4 persone, ha una dotazione che va dagli strumenti orchestrali, a set di gong tailandesi o cinesi intonati, a spinette e tiorbe, a tamburi da ogni parte del mondo. Probabilmente se glielo chiedo mi tirano fuori pure un Guarnieri del Gesù o un birimbau...

gli studi elettroacustici sono circa 4-5, tutti professionali, anche se alcuni sono più professionali di altri (oggi uno dei prof mi ha detto che per isolare/mettere a punto l'acustica della sala di registrazione hanno mollato 120.000 euro...)

la dotazione delle classi principali di composizione è così composta: stereo figo, mixer figo, 5 casse fighe, proiettore figo, altri gadget più o meno fighi e dulcis in fundo... 3 pianoforti....
Ma che cazzo se ne faranno di 3 pianoforti, 'sti sburroni, penserete voi.
Bravi, l'avevo pensato anch'io...
solo che:
uno è accordato normalmente, un'altro è accordato un quarto di tono sopra, mentre il terzo è accordato ad ottavi di tono... così se uno vuole smanettare con sistemi non temperati può sentire cosa succede.
Non oso pensare alla dotazione di una classe principale di piano (un fortepiano, un piano dell'ottocento, uno inizio novecento e uno steinway granriserva, oltre che un reliquiario con le falangi di Liszt e di Chopin?)

Unico neo, il USCEACNSDMEDDDP è peggio di un posto di lavoro: le assenze vanno presentate almeno 15 giorni prima in apposito modulo e con appropriata motivazione; nel caso peste vi cogliesse, invece, dovete avvisare il dipartimento entro 3 giorni. Se fate un paio di cazzate, tipo bigiare “metodologia di ricerca" o fare berna [ciao Daniele!] a "gamelan", vi radiano. Letteralmente.


Bene, passiamo alle cazzate:
Oggi a mensa c'era il salmone

Oggi mentre andavo a far la spesa, una signora mi ha mollato un paio di scatole di dolciumi (ne aveva un tre quattro bancali); un regalo della western union che augura a tutti buon ramadan (vedi foto: il diciannovesimo è in effetti un quartiere un po' etnico). E io con loro: buon ramadan a tutti i lettori islamici.
Fra l'altro c'era la sorpresina, come negli ovetti Kinder: un tenerissimo BinLaden "sete di sangue"!

Fatti i dovuti conti, vendendo una delle sale elettroacustiche si potrebbe sfamare una piccola nazione - o comprare sufficienti testate nucleari per radere al suolo mezza asia.

Ieri sera il mio coloc si è fatto la barba alle 1.30 AM (immaginate, tic tic tic, silenzio che si rade, finisce di radersi tic tic tic); prima aveva telefonato per mezz'ora a qualche suo amico rumeno. Prima ancora aveva ingurgitato quantità etiliche consistenti. Non dopo essersi sparato un paio di piattoni king size di arrosto di maiale; innaffiate da un paio di pacchetti di cicche al dì (che fra l'altro scrocca al sottoscritto).
Ieri mi ha pure confessato di essere diabetico.
Secondo me, o è il nuovo redentore, o l'anticristo, o semplicemente una mia costruzione mentale su come sarò io fra 30 anni. O forse è Bin Laden, boh...

domenica 14 settembre 2008

Capitolo I. 2. Alla ricerca di fissa dimora

Alla facciaccia di chi aveva sgranato gli occhi quando avevo detto che ero senza casa, la mia avventura palazzinara si è felicemente risolta in 3 giorni.
Come?
Ma grazie ad un sito chiamato appartager.com, oltre che alla presenza e intercessione del Santo Padre qui a Parigi - i suoi passaggi in televisione in questi giorni sono a livello di quelli in italia tutto l'anno.
Comunque, per non divagare, la mia ricerca mi ha portato nei più oscuri meandri della banlieu (ohhhh), a visitare case di:
  • madre giamaicana con figlio, posto splendido, ma ad un'ora dal conservatorio.
  • coppia franco-belga, a Parigi, dall'altra parte della città, carissimo, camera ottenuta mettendo una tenda in mezzo al soggiorno.
  • fotografa, ad un 40 minuti dal conse, che metteva a dsposizione uno splendido primo piano di casa, grande, con parquet e balcone. Peccato che non c'era nemmeno un mobile, e l'idea di portarmi un armadio in metro mi ha fatto desistere.... peccato, magari ci riproverò l'anno prossimo.
  • latrina con camera appena fuori parigi, carissima (comprese nel prezzo diverse malattie veneree e non)
  • deliziosa cameretta con vista canale, a dieci minuti a piedi dal conservatorio, affittata da gioviale ragazzo franco-rumeno di anni 60.
Dopo una notte insonne mi sono deciso per quest'ultima - volete mettere la comodità di tornare a casa a fare la pennica, o di fare pupù e pipì nel comfort delle proprie quattro mura; unico neo, non posso ospitare per ora nessuno, ma per questo escogiterò una soluzione più avanti.

Prima di lasciarvi alle vostre meditazioni su questo bellissimo post, alcune altre soluzioni abitative di ragazzi del conservatorio.

Peruviano, trova camera per 75 (sì, avete letto bene settantacinque!!!!) euro al mese, vicino ad eurodisney, in un castelletto di una tedesca con evidenti disturbi ormonali.

Giapponese, trova cameretta per 650 euro a boulevard de Montmartre e commenta "sì, è un po' caro"

Romana, trova casa a prezzo vantaggiosissimo con una ragazza coreana del conservatorio, solo che adesso quest'ultima non c'è, ma ci sono madre (che parla solo coreano) e figli (che parlano solo coreano e francese); purtroppo l'italiana non parla né coreano né francese, con susseguente ricca commedia degli equivoci.

e infine alcuni annunci tratti dal sito (traduzione mia)

Donna di 55 anni (ma non "nonnina" e ancora in gamba) cerca colocatario dai 20 ai 35 anni (uau!!!!!!!)

colocazione simpatica! [il mentecatto proponeva di condividere il suo monolocale di 12 metri quadrati]

colocazione simpatica! [il mentecatto proponeva di condividere il suo monolocale di 12 metri quadrati, vicino alla torre eiffel, con tre persone. probabilmente il cugino di quello sopra]

colocazione simpatica! [il mentecatto, gay dichiarato (nel sito si può anche scrivere l'orientamento sessuale), proponeva di condividere il suo appartamento e il suo cuore con giovane gay o giovane bisessuale; eterosessuali ammessi, solo se danno via il c...] io gli ho mandato il numero dei due individui sopra.

a 25 minuti da Parigi! [sì, la zai di Parigi, ovvero per arrivare in centro ci metti altri 40 minuti]

a 25 minuti da Parigi [sì, il tipo veniva in elicottero]

vicino a tutti i trasporti! [ovvero all'aeroporto De gaulle o a Bercy - guardate dove sono su google maps]


sabato 13 settembre 2008

Capitolo I. 1. Alla ricerca della pace

Cari bambini, 
forse non l'avevo ribadito abbastanza, ma trovare una  casa a Parigi è, diciamo, un'impresa un pochino stressante.
Specialmente se l'ostello nel quale avevate prenotato, pensando fosse un sicuro rifugio dove poter riposare e rilassare il vostro corpo e la vostra mente ormai stremata, si rivela essere il settimo girone dell'inferno, quello dei sofistifichi e delle tecnoroie;
in effetti "l'ostello delle 3 papere" era popolato da una fauna interessantissima composta da:

1. tossici francesi, con un cannone sempre in mano (ma poco pronti a mollarlo, tranne che alla categoria al punto 2.)
2. troiette di qualsivoglia nazionalità - fate voi
3. troietti di qualsivoglia nazionalità - fateveli voi
4. gente in cerca di casa come il soprascritto
5. un venezuelano in vacanza in europa da 1 mese, patito di Nicola di Bari, in dottorato di sociologia, incapace di ogni fonazione tranne quella spagnola, ma dotato di una notevole dose di socialità, che ha riversato sul vostro affezionato.

Il problema era sostanzialmente catastale, visto che il simpatico ostello conteneva una corticella ove tutte le categorie di cui sopra vociavano, bevevano e si accoppiavano allegramente. Per carità niente di male 
Fino a tardi, tipo mezzanotte e mezza le una. (ok non è tardissimo, ma se vi siete svegliati alle sette e siete in giro da tutto il giorno e vi siete nutriti di biscottini, cazzo sì che è tardi)
Senonché le stanze erano tutt'intorno a detta corticella. 
Senonché a fare da scudo all'allegro bordello non c'era che una fragile porta di vetro.
Indi per cui, a fare da contrappunto all'esuberante vitalità della corticella, il vostro carissimo elevava quotidianamente una dolorosa gragnuola di bestemmie, a mezza voce, per non disturbare nessuno.

Ultima nota di colore:
l'ultimo giorno a colazione ho attaccato bottone con una coppia di italiani, in vacanza post-maturità, che venivano da, udite udite, BELLUNO. Cazzo, allora Belluno esiste davvero! Non è un'invenzione dei cartografi dei quadernini pigna!


benvenuti!!!

All'insegna del più smodato bohemienismo, al fine di far assurgere la musica di contemporanea al ruolo di musica, all'urlo di "croc monsié" e "ordinateur", al grido di "jené pà comprì", le avventure di un indifeso ragazzotto di provincia in una delle capitali più strane della Francia.