sabato 27 settembre 2008

Capitolo I. 6. Odio le crepes


Lasciamo un secondo da parte l'angolo del mistero -lo so che vi starete rodendo e che non potrete dormire stanotte, ma peggio per voi. Finalmente dopo quasi 20 giorni ho fatto la mia prima serata da vero bobo [che si legge "bobò", acronimo di bourgeois bohème, ossia, in parole povere, di finto bohemien figlio di papà, quale in effetti amo considerarmi].

Un mio collega messicano mi telefona per andare ad un concerto-istallazione del buon Pesson, il primo del festival d'autunno -vedete il post relativo. Grazie, dico io, volentieri, ma torno a casa presto, che domattina ho un po' di cose da fare. Sì certo, dice lui, nessun problema.
La serata inizia benissimo: il tipo abita a 20 metri da me, siamo d'accordo per le nove e mezza sotto da lui, io arrivo puntuale. Nella strada dove abita c'è una boy band che fuma cannoni, urla come una forsennata, dà fuoco a cassonetti e passanti. Beh chissenefrega, penso io, tanto arriva subito. 5 minuti dopo lo chiamo. Ho finito il credito, cazzo. 15 minuti dopo, finalmente si fa vivo -non esistono citofoni esterni a Parigi, c'è una tastiera e la porta esterna si apre con un codice che il padrone di casa vi dice- scusandosi, vabbé figurati, non c'è problema, ci mancherebbe, ma nonòdai, ecc. ecc.

Andiamo in taxi al concerto, taxi che offre lui, com il biglietto, per farsi perdonare, non c'è bisogno gli dico io, manò dice lui e vabbé. Nel frattempo, mi ero dimenticato, c'è anche un suo amico di infanzia, un futuro regista, secondo per inutilità (o per spocchia, non ho capito bene) solo al digitale terrestre. Arriviamo, insomma, ci uniamo ad un'altra coppia spagnola, tutti e due Barcellonesi, lui pure mio collega e lei cantante, andiamo al concerto-installazione, che una volta tanto è proprio bello, anzi hyper, come dicono qui.

Dopo il concerto: vieni a bere qualcosa, sì dai, prendiamo la metro e andiamo alla Bastiglia, un po' la via Sottoriva di Parigi. Dobbiamo raggiungere una Leonese (nel senso che abita a Leon) amica della coppia. La troviamo in una bettola, insieme ad una cumpa di sgallettati francesi di 18 anni, con cui attacchiamo bottone; scopro anche che uno di questi conosce di persona Manu Chao la qual cosa mi riempie di soggezione.
Finiamo di bere (ossia ci cacciano via), io sono stanco, sono le 2 e per tutta la serata gli spagnolofoni hanno parlato spagnolo, i francofoni hanno parlato velocissimo -tranne l'amico di Manu e pochi altri- per i cazzi loro. La qual cosa non mi fa venir proprio voglia di continuare la serata.

2.00 AM
Vabbé, la leonese deve andare al XIV arrondissement, mentre noi andiamo al diciannovesimo -avete capito ora il titolo del blog? Peccato che il 14° è lontano, quindi l'amico messicano mi chiede, ma è il caso di prendere un taxi con lei? ma mica possiamo mollarla da sola a Parigi alle due e mezza di notte! hai ragione tu, conclude lui. Bene, andiamo verso la piazza della Bastiglia, l'inutile torna a casa che abita lì vicino; alla piazza ci attende una simpatica fila di 50 metri per prendere il taxi. Bene, esce un altro, conosco io un altro posto dove non c'è nessuno, a 5 minuti! Ma prima prendiamo una crepe! 10 minuti dopo troviamo un baracchino, che chiude 30 secondi dopo. Ok, mezzora dopo (gli spagnoli non hanno un passo eccezionale), arriviamo a questo nuovo taxi-stop. In effetti c'è molta meno gente. Ma anche molti meno taxi. 30 minuti dopo (e due taxi passati dopo...) decidiamo di proseguire. A caso.

3.20 AM
Ormai avevo le gonadi un po' pienotte -qualcuno di voi conosce già com'è il mio umore quando sono stanco, vorrei dormire, ma me lo si impedisce. Per cui sono sempre, in media, un 10 metri più avanti degli ispanici. Ad un certo punto la ragazza Barcellonese dice al suo ragazzo, ma com'è che se ne sta sempre da solo avanti? forse perché stiamo continuando a parlare spagnolo, risponde lui, che in un impeto di bontà si mette a chiacchierare in francese. Il mio cuore si riempie di gioia, quand'ecco che la leonese squittisce un "ehhhhhhhh la creperiiiiiia", cazzo no, penso io, cazzo cazzo no, il messicano prorompe in un "ehhhhhhh laaaaaaa creperiiiiiia" (le a in più sono per l'accento messicano) porca troia porca porcaccia penso io.

3.50 AM
Il messicano, ormai perso per la crepe, entra a chiedere se la fanno d'asporto -improbabile. Esce, e dice di no. Strano.
Intanto la leonese del cazzo, quella che avevo pure difeso, ci fa, a me e agli altri due, ma a voi va bene mangiare la crepe, loro dicono di sì, io dico di no, lei mi risponde con un laconico e sfottente "vedremo".

4.00 AM
Bene, immaginerete già il finale: io ho detto che sarei tornato a casa, e gli spagnoli hanno detto vabbé, senza nemmeno insistere troppo. Io non avevo una piantina, di taxi un casino, ma nemmeno uno che si fermasse, autobus nemmeno l'idea di quale prendere, ci salutiamo e torno a casa a piedi, orientandomi col muschio sugli alberi - in realtà c'è una mappa ogni 50 metri...

5.20. AM
Dopo essermi quasi perso, nonostante le mappe, apro la porta di casa e finalmente vado a letto presto.

A me le crepes facevano cagare già, ma ora mi stanno proprio sul cazzo.

La consueta sintesi:
  • Il cane della squilibrata (del peruviano) è ancora in galera. Non potrà uscire prima di due settimane. L'hanno anche castrato. Grazie a dio che non mi hanno beccato ieri notte mentre rientravo.
  • Iniziato judo, sì tutto bene, grazie, la gente (poca) simpatica e brava, carne greva al collo come ogni inizio di stagione che si rispetti, come pure carne greva un po' ovunque.
  • La seconda lezione (di judo), il meister mi vede dare un'occhiata al tabellone con l'elenco delle tecniche, si ferma, esce, va a prenderne uno e me lo regala. Io, quasi in lacrime, lo ringrazio e, visto che mi dava del lei, gli dico, ma via, mi dia del tu, non sono abituato, e poi sono il bocchia qui dentro, si figuri. Lui mi guarda un po' stupito. Poi, il resto dell'allenamento mi ha chiamato "monsieur bertelì". Valli a capire tu i francesi...
  • Facendo delle semplici addizioni, ho scoperto che, in effetti, faccio più ore di judo che non di composizione.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente ho capito da quale esperienza extrasensoriale deriva il nome del tuo blog!!!
Ci tengo a precisare che la LIONESE mi sta sulle gonadi!!!ciao

giobi ha detto...

anche io mi chiamo giobi. dai contattami che facciamo un circolo :)

Unknown ha detto...

W le crepes di Corso Cavour! Mangiate a fine serata con gli amici (solo uomini) parlando dialetto veronese!