martedì 16 settembre 2008

Capitolo I. 4. Lait et biscuits, ovvero una storia di colpa e riscatto

Forse non tutti conoscono una delle mie più segrete passioni, un amore che coltivo sin dalla più tenera età.
Il rito del caffelatte la mattina, ebbene sì: il dolce aroma che si spande per la cucina, il tepore della tazza che conforta le mie membra già conscie della fatica che mi attenderà, il caldo liquido che gorgoglia nello stomaco - qui mi fermo, senza scendere alla fisiologia delle parti basse, insomma il caffelatte mi piace tanto, ma proprio tanto.
 Come potete immaginare, il fatto di non avere una tazza della preziosa bevanda alla mattina mi turba, a meno che non lo sappia con anticipo, largo anticipo; tipo, se sono in Burkina Faso me la metto anche via, e pazienza; ma se sono a Parigi, rassicurato dai due litri di latte comprati nel pomeriggio e dal nescafé nella dispensa il fatto di rimanere improvvisamente senza il mio viatico potrebbe avere effetti catastrofici.
Infatti.
Stamattina mi sveglio, pure di buon umore; mi alzo, stiracchiata, sbadiglio, grattatina davanti e dietro; lietamente mi avvio verso la cucina, cantando un motivetto di Edith Piaf.
Quand'ecco, una scatola di sale grosso rovesciato, con tutto il suo contenuto sparso ovunque, mi accoglie, sul tavolo un bordello inenarrabile in mezzo a cui intravvedo i miei biscottini (dai, anche a me piace pucciare i biscottini), i miei gustosi biscottini, o meglio l'involucro vuoto degli stessi, cazzo, lo stupore lascia il posto a un lieve giramento di balle, intravvedo anche un bicchiere pieno di una sostanza bianca e lattiginosa (troppo liquida, non è quello che pensavate) ma il mio cervello si rifiuta di percepire cosa essa sostanza sia; quand'ecco che dietro ad un giornale spunta (nooo!) indifesa (nooo!) solitaria (meeerda!) tetra (cooorbezzoli!) VUOTA (POOOORCO.......) la mia bottiglia da 2 litri di latte. VUOTA. MIA. DUE LITRI. IERI POMERIGGIO.

Nella mia mente, ormai allo sbando, si affaccia la scena della notte precedente: il ragazzo di 60 anni che aspetta che io, ingenuo, vada a letto; poi quando dormo, completamente strafatto di droga e di sgnappe si cosparge di patchouli e ilan-ilan come quelli della compagnia delle indie, si mette un costume ninja e scureggiando allegramente con il cazzo in mano, profana i miei biscottini e il mio latte, urlando, bevendo a gorgoglione, regattando e spargendo sale ovunque, in un tripudio di bestemmie e invocazioni sataniche. Dopodiché, messosi nel culo il mio Bin Laden "sete di sangue", preventivamente rubatomi, si scola tutto il latte e si fa fuori una scatola di biscotti con tavoletta di cioccolato.

Sì, ora ho le palle che vorticano, non so cosa fare, se andarlo a svegliare a suon di porconi, se accendere il gas e scappare (ma purtroppo non c'è il gas, in Francia fanno tutto con il nucleare), se sfidarlo ad un combattimento all'ultimo sangue o se spaccargli la testa a suon di tetrapakkate; alla fine, spremuto quel che restava dalla bottiglia, scrivo un bigliettino del tipo 

Ragazzo quasi settuagenario,
nessun problema se vuoi il mio latte e i miei biscotti; ma, per favore, chiedimeli prima. E cerca di lasciarne un po' anche per me.

Me ne esco, incazzato, vado al conse meditando vendetta, raccondo la sporca faccenda ai miei colleghi, sono irrequieto, scontroso, mordo perfino un rottweiler che passava per caso.
La mia amica italiana mi racconta una simpatica storiella su quel che le è successo la sera prima e mi calmo.
Alla fine, rassegnato, compro una nuova bottiglia di latte (vedi sotto nota 2.) e torno a casa.

Entro, non c'è nessuno.
Si caga addosso il bastardo, eh? Entro in cucina, ora perfettamente linda e ordinata (sì, ok, i miei criteri non sono particolarmente alti), apro il frigo e ci ritrovo una nuova bottiglia di latte... lacrime mi scendono copiose dal viso, urla di gioia isteriche, ora ho ben 4 litri di latte (da finire in 3 giorni...).
Dopo essermi abbondantemente masturbato per festeggiare, arriva il mio coloc, senza tute ninja di sorta, che finalmente mi spiega gli accadimenti della sera prima:

essendo mezzo diabetico (anche se si nutre esclusivamente di carne,  e insalata russa, non scherzo, tutto annaffiato da poco raccomandabili sgnappette) e avendo mangiato poco la sera prima, si era sentito male alle 4 di notte - aveva la glicemia di una blocco di salgemma. 
E non avendo nient'altro si era dovuto pappare d'urgenza i miei biscottini - al cioccolato - e bere del latte; ma nella foga ne aveva rovesciato tre quarti per terra e aveva rebaltato mezza credenza. Ecco il perché del casino. Dopodiché ci siamo abbracciati con le lacrime agli occhi e abbiamo limonato per ore.

Colmo dei colmi, appena tornando a casa nel pomeriggio - appena prima che mi raccontasse quanto sopra, al giovine era caduto il sacchetto della spesa, contenente 6 cartoni di latte, uno dei quali era esploso nell'androne; giusta punizione del dio del galattosio. Comunque ora che so di dormire sotto lo stesso tetto con 10 litri di latte mi sento molto meglio.

Passiamo alle note esplicative:

 La storia dell'amica che vive con i coreani, e che mi ha risollevato il morale.

Oltre che contenere gente che non riesce a capirsi manco per sbaglio, la casa della mia amica ha queste altre interessanti particolarità:
  • non ci sono fornelli, forni, microonde. Un solo fornelletto "del cazzo" [cito testualmente] compone l'attrezzatura culinaria
  • nel frigo ci sono solo ed esclusivamente uova
Naturale che i bimbi, quando sentono qualche odore che non sia di uovo, si bagnino da cima a fondo e cerchino di adottare il più subdolo mezzo per variare la loro alimentazione; per cui, una sera che la mia amica aveva incautamente preparato una pasta, i bimbi le si sono seduti sulle ginocchia e a forza di "che buona", "mmmh che buona" le hanno fatto fuori tutto il piatto di pasta. Ma poi le hanno regalato una ciunga...

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